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ORA FACCIAMOLA UNA NUOVA STORIA

La redazione, 18 ottobre



“Il paese invece di migliorare è peggiorato”.

“In dieci anni non hanno risolto i problemi, anzi ne hanno creati altri”.

“Questa volta non li voto”.

Queste erano le frasi ricorrenti che si ascoltavano parlando con le persone comuni già molti mesi prima del voto.

Anche se era difficile sentirle, perché di politica, del Comune, non si parlava facilmente. Magari sui social qualcuno mostrava foto su strade e aree verdi sporche, commentando che la causa era la maleducazione della gente, perché non si poteva dire che qualche colpa l’avesse anche il Comune.
Il paese è stato silenziato in questi anni, a cominciare dal suo principale organo democratico: il Consiglio comunale, in cui era impossibile discutere sulle soluzioni dei problemi. Ci si andava per alzare la mano, perché la “democrazia” imponeva questa formalità.

I “politici” di tutti i colori, che hanno un rapporto con le persone, sapevano che l’esito del voto sarebbe stato sfavorevole a chi aveva governato negli ultimi dieci anni, ma forse nemmeno loro si aspettavano che la sconfitta sarebbe stata di queste dimensioni.
Già cinque anni fa il centrodestra vinse per un pugno di voti, questa volta è stato travolto dal voto popolare.

Ma vediamo i numeri.

“Tutta un’altra storia” vince le elezioni con 2.205 voti ed elegge il sindaco Michele Nonni e otto consiglieri comunali su dodici (quelli con il maggior numero di preferenze evidenziati in grigio nella tabella 1).
La vittoria è netta: il 55%, la maggioranza assoluta dei votanti, si esprime a favore della lista n. 1.
Nel 2011 e nel 2016 Pascucci era stato eletto con il 46-47% (Tabella 3).

“Scegli la ripartenza” con 331 voti, circa l’8%, non elegge alcun consigliere. La lista n. 2 non poteva essere un’alternativa ai governi Pascucci con i quali aveva governato insieme fino a un mese prima delle elezioni.
I cittadini magari sono sfiduciati e disimpegnati, ma non sono stupidi.

“Viviamo Castel Madama” raccoglie soltanto 1497 voti, il 37%, ed elegge quattro consiglieri comunali: la candidata sindaca Isabella Bianchi e i tre ex assessori.
Imbarazzante la performance dell’ex sindaco che dopo dieci anni di governo raccoglie 71 preferenze, piazzandosi penultimo della sua lista.

Il distacco tra “Tutta un’altra storia” e “Viviamo Castel Madama” è di 708 voti, pari al 18%. Una vittoria che non lascia alcun dubbio sulla volontà dei cittadini di penalizzare i dieci anni di governo del centrodestra.

In realtà la bocciatura di Pascucci, Pietropaoli e compagnia cantante è ancora più sonora. Se si guarda la Tabella 2, si nota che quest’anno sono diminuiti gli elettori, a causa del calo demografico, ma sono diminuiti anche i votanti e i voti validi assegnati alle liste.

Ma chi è che non ha votato?





Confrontando i dati della Tabella 2 si nota che la lista di centrodestra nel 2021 ottiene 516 voti in meno del 2016. La metà circa di questi delusi vota “Tutta un’altra storia”, un centinaio la terza lista e molti altri non vanno neppure a votare, tanto sono contrariati per l’operato della loro amministrazione.

Gli astensionisti delusi del centrodestra si sommano ai precedenti. Per la prima volta dal 1946, da quando si vota con il suffragio universale, i votanti alle elezioni comunali, l’istituzione più vicina ai cittadini, sono inferiore al 70% degli aventi diritto. Significa che quasi un castellano su tre ha scelto di non essere rappresentato da nessuno; significa che non dà valore al voto, alla democrazia rappresentativa, al fatto di eleggere qualcuno per affrontare e cercare di risolvere i problemi del paese e migliorare anche la propria condizione di vita.
La sfiducia verso la politica, come azione collettiva per cambiare lo stato di cose presenti, è crescente. A questo si aggiunge lo stato di sofferenza di quasi tutte le forze politiche di centrodestra e di centrosinistra di Castel Madama, senza sede, senza iniziative, senza esplicita comunicazione con i cittadini.
In questo modo anche l’offerta di rappresentanza collettiva degli interessi e dei punti di vista è in profonda crisi. I cittadini si affidano sempre più alla conoscenza e al rapporto personale con un “politico” a cui affidano le proprie richieste. Si crea, così, un circolo vizioso, che è più un problema che una soluzione.

Sulla sconfitta cocente di “Viviamo Castel Madama”, pesa anche una campagna elettorale ambigua: da una parte si è cercato di presentare Isabella Bianchi come una novità e una rottura con il passato, dall’altra si sono mandati forti segnali di continuità con le amministrazioni Pascucci, fino alla composizione della lista dei candidati che non lasciava dubbi: “Viaviamo Castel Madama” era la lista dell’ex sindaco e degli ex assessori. Bocciata.

“Tutta un’altra storia” ha fatto il minimo indispensabile per vincere. Non ha chiamato il suo popolo per scegliere insieme il candidato a sindaco e ha fatto conoscere tardi la lista dei propri candidati.
Comunque ha dato un’immagine positiva: ha evitato le polemiche con gli avversari e parlato dei problemi del paese, alla fine ha comunque messo insieme una lista che aderiva bene alle caratteristiche della società locale, alle varie generazioni, componenti lavorative, culturali e politiche che la costituiscono.
Inoltre, la scelta di sette donne candidate ha avuto un effetto molto positivo: la loro determinazione, la loro competenza, il loro entusiasmo, i loro volti hanno trasmesso fiducia, unità, rinnovamento.

A questo proposito va sottolineato che per la prima volta nella storia di Castel Madama il Consiglio comunale sarà formato da metà donne e metà uomini, un risultato ottenuto grazie ad entrambe le liste. In questo modo il Consiglio rappresenta meglio la società locale e la presenza di un così alto numero di donne dà una speranza in più che esso prenda decisioni orientate alla cura del paese e al bene comune.

Da quando è stata emanata la legge sull’elezione diretta del sindaco con il sistema maggioritario (la lista che prende più voti elegge il primo cittadino e i due terzi del consiglio comunale) si sono succedute tre amministrazioni di centrosinistra e tre di centrodestra.
Michele Nonni è il quarto sindaco progressista, con il secondo miglior risultato dopo Luigi Garofolo, sindaco della “Fontana” eletto con il 62,7% nel 1993 (tabella 3).
Significativa è anche l’affermazione di Stefano Scardala che raccoglie 810 preferenze personali, un numero mai raggiunto nelle precedenti elezioni comunali.
Sarebbe interessante capire a fondo le ragioni di questo successo, in parte dovuto a fattori specifici, come l’essere segretario del Pd locale ma candidato di “Ora tocca @ noi”, in parte a ragioni generali quali l’emergere di personalizzazioni in un contesto di indebolimento dei partiti.
A questo proposito si ricorda che soltanto alcuni candidati di “Tutta un’altra storia” si sono dichiarati pubblicamente esponenti di partito. Questo consente di leggere i risultati elettorali anche da un punto di vista più generale. In tal senso è da segnalare un risultato altalenante del Pd che elegge il secondo e l’ottavo consigliere; un buon risultato dei rappresentanti dell’area di sinistra civica ecologista e un insuccesso dei candidati del M5S, in linea con il voto negli altri comuni e che, comunque, comincia a mettere radici anche a Castel Madama.
Nelle altre liste non ci risulta che i candidati abbiano dichiarato la loro appartenenza o meno che invece andrebbe affermata per trasparenza e correttezza nei confronti degli elettori.





Nonni e la sua amministrazione si troveranno ad affrontare problemi molto rilevanti.

Innanzitutto la crisi finanziaria del Comune in stato di pre-dissesto da alcuni anni, con un debito di sei milioni di euro e con una strutturale difficoltà ad incassare i tributi comunali necessari ad assicurare buoni servizi. La riorganizzazione degli uffici, che in due-tre anni hanno perso quasi un terzo dei dipendenti, lasciando settori sguarniti con conseguenti disagi per i cittadini.

Le opere pubbliche incompiute da terminare: il parcheggio dello Stallone, il nuovo depuratore, la caserma dei carabinieri, il cimitero, il risanamento dei vicoli…

L’approvazione definitiva del Piano di recupero del centro storico necessario per agevolare il ricorso degli abitanti agli ecobonus, la graficizzazione della variante al PRG, la revisione dei piani particolareggiati.

Per non parlare del fatto che la nuova amministrazione dovrà affrontare i problemi causati dalla pandemia, che ha accentuato la già critica situazione sociale ed economica del nostro paese. Il Comune, d’intesa con gli enti sovracomunali, dovrà dare risposte riguardo ai presidi sanitari territoriali, ai settori economici e alle fasce di popolazione più colpite dalla crisi, come i disoccupati, soprattutto giovani e donne, i precari e i lavoratori irregolari che non hanno ricevuto alcun “ristoro”. Dovrà promuovere e sostenere l’economia locale, gli investimenti sul nostro territorio in sintonia con uno sviluppo vero e duraturo e quindi ecologicamente e socialmente sostenibile.

Infine la pandemia ha aumentato l’isolamento e la solitudine delle persone, sfilacciando ancora di più la rete di relazioni comunitarie, anche questa già profondamente lacerata dalle scelte delle precedenti amministrazioni. C’è da riunificare il paese, da ricostruire una comunità, da riappacificare le associazioni, da riattivare energie per il bene collettivo, che è anche personale e familiare.

C’è da far rifiorire la democrazia, il dibattito, il confronto delle idee e delle soluzioni ai problemi. Si pensi che dei 24 consiglieri comunali eletti negli ultimi 10 anni soltanto 4 sono presenti nell’attuale consiglio comunale, tutti gli altri hanno rinunciato.
Si pone con forza il problema di riattivare la partecipazione politica, di rinforzare partiti e associazioni dove i cittadini si riuniscono, discutono, agiscono per il miglioramento del paese.
E’ indispensabile formare un nuovo gruppo di amministratori in grado di governare Castel Madama, di gestire i problemi quotidiani ma soprattutto di fare progetti all’altezza dei tempi e reperire i finanziamenti per la loro realizzazione.

Sono problemi che fanno, come scriveva Dante, “tremare le vene e i polsi” tanto è impegnativo affrontarli e risolverli. Ma questo è. Last but not least, da ultimo ma non meno importante, è che questi obiettivi non possono essere lasciati soltanto agli amministratori, ma chiamano tutta la società castellana a proseguire nell’opera di rinnovamento iniziata con il voto del 3 ottobre.
D’accordo si è voltato pagina, ma ora c’è da scrivervi un’altra storia e sarà una storia diversa dal passato se si scriverà insieme, dentro e fuori il Comune.

Buon lavoro.

 
 
 
 
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