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IL CASONE E L’ARCHEOPARK

di Angelo Moreschini (vice presedente UA), 2011

Due idee che messe insieme creano un progetto virtuoso. Secondo un modello di sviluppo che dice no al consumo del territorio, che crea nuove opportunità e benefici per i castellani, che afferma il primato dell’interesse generale sugli imperanti egoismi individuali.

Il pranzo e le escursioni nel bosco della Selva durante la giornata di domenica 27 maggio scorso hanno restituito alla festa del Casone quell’atmosfera che il sabato è stata rovinata dalla pesante pioggia pomeridiana. Molte sono state le visite guidate all’interno del Casone, nella parte appena ristrutturata e al piano superiore, dove sono esposte quattro mostre: la storia degli usi civici di Castel Madama; le fasi di ristrutturazione del Casone; un’esperienza di scavo al sepolcro romano di Grotta Penta; i recenti ritrovamenti archeologici nell’area di Colle Passero, dove sorgerà il Parco a tema preistorico e archeologico.

L’affluenza di persone è stata continua e insieme ai tantissimi castellani hanno vissuto l’esperienza campagnola molte persone provenienti da diversi paesi della provincia romana. Questo è il segno più importante e deve far piacere non solo agli animatori dell’evento, ma a tutti. Infatti, qui non si tratta della solita sagra pantagruelica o dell’abbuffata di paese. Ciò che i castellani offrono alla festa del Casone è un esempio in piccolo di un utilizzo sostenibile e produttivo dei beni collettivi, incentrato sul rispetto, sulla conoscenza e sulla fruizione della natura e della cultura dei luoghi circostanti. L’obiettivo è portare ad una dimensione funzionale il modello della festa, metterla a sistema cioè farla durare 365 giorni l’anno.

La possibilità che il “sistema” Casone riesca a reggere economicamente, favorendo il consolidamento di esperienze lavorative concrete legate alla ristorazione, alla ricettività e alla didattica, è accresciuta sensibilmente dalla presenza contigua dell’Archeopark.

Del resto, anche per la sua posizione isolata, il Casone deve essere vissuto quotidianamente, pena il ritorno al degrado, al decadimento lento e inesorabile dell’interesse e della cura nei suoi confronti, proprio come era prima della ristrutturazione. L’offerta di natura e cultura che può scaturire dal funzionamento del “sistema” Casone deve tener conto della sua capacità ricettiva e quindi deve rivolgersi ad un pubblico più ampio possibile, rientrante nelle categorie del turismo scolastico compresi i campus universitari, del turismo ambientale compresi i gruppi scout, del turismo rurale, compreso quello internazionale grande fruitore delle ricchezze culturali italiane.

Il collegamento sinergico tra le due realtà è già previsto nella Convenzione che l’Università Agraria ha sottoscritto sin dal 2010 con la società Archeopark. Ne è un esempio l’offerta attraverso il web marketing di soggiorni prolungati, grazie all’impostazione tipo Ostello del Casone, con visite guidate qualificate che uniscono, in un percorso natura cultura e gastronomia, l’Archeopark, il Bosco della Selva con Grotta Penta e le Vene, le ville di Tivoli, i monasteri di Subiaco e l’eterna Roma. In questo modo il bacino d’utenza del Casone e dell’Archeopark non avrebbe confini e l’indotto per l’economia di Castel Madama è immaginabile ed è legato anche all’occupazione: dai giovani laureandi e laureati (in lingue, storia, archeologia, botanica, didattica, geologia, web master) ai pastori, dagli artigiani ai giardinieri ai ristoratori, dai tipografi ai fiorai.

E’ importante ribadire che la realizzazione dell’Archeopark è concepita in modo sostenibile e reversibile, cioè utilizza materiali naturali e pochissimo cemento e quindi non consuma terreno, nel senso che il terreno potrà tornare ad essere utilizzato come pascolo, se e quando il Parco a tema preistorico e archeologico chiuderà. Inoltre, esso impegna solo 11 ettari di uso civico, ma per quanto appena detto potrà contribuire in modo decisivo a difenderne e conservarne 750, tanto è il patrimonio collettivo dei cittadini di Castel Madama.

Tra i benefici derivanti dal funzionamento del sistema Casone Archeopark, considerato che l’Università Agraria gestisce quasi un quarto del territorio comunale senza l’utilizzo di risorse pubbliche derivanti da enti sovra ordinati, vanno incluse le entrate che perverranno all’Ente dal canone versato dall’Archeopark e dagli introiti delle attività svolte al Casone. Queste entrate sono indispensabili per fare la continua manutenzione ordinaria del territorio che riguarda recinzioni, strade, sentieri, fonti, smacchiamenti, cura del pascolo e del bosco. La manutenzione e la cura del territorio è alla base della sua conservazione e della possibilità di trasmettere intatto alle future generazioni il “bene comune” chiamato Università Agraria.

 
 
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