La festa dei lavoratori al tempo di Covid

La redazione

Oggi è la Festa dei Lavoratori e delle lavoratrici, è la festa che riconosce il valore e la dignità del lavoro, tant'è vero che la nostra Costituzione inizia proprio affermando che “l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro". Negli articoli successivi la costituzione riconosce il diritto al lavoro e il diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

Principi belli e sacrosanti ma la realtà li contraddice e tanti lavoratori purtroppo oggi hanno poco da festeggiare. Per il secondo anno consecutivo il Covid minaccia il mondo del lavoro, aggravando una crisi decennale.

Hanno poco da festeggiare

I lavoratori irregolari, precari, a giornata …in nero! Proprio il loro status li ha di fatto esclusi da ogni sostegno da parte delle istituzioni

I lavoratori a tempo determinato a cui non è stato rinnovato il contratto

I lavoratori a partita IVA, troppo spesso forzatamente e falsamente autonomi, isolati e privi di forza contrattuale

I lavoratori con una propria attività, artigiani, baristi ristoratori e commercianti di beni non essenziali, i quali hanno subito pesanti limitazioni solo in parte ristorate

I lavoratori mancati, quei giovani in attesa di prima occupazione sempre più spinti a partire per costruire il loro futuro altrove, spesso all'estero

La rilevazione dell'Istat per il 2020 ci dice che l'Effetto Covid ha provocato la perdita di 800 mila posti di lavoro in un anno. In una situazione dove la povertà assoluta è cresciuta dal 2019 al 2020 di un milione di persone, il reddito di cittadinanza è stata un'ancora di salvezza per molti lavoratori.

A Castel Madama il peggioramento della situazione economica è in atto da almeno un decennio, ce lo dice anche l'andamento demografico, che registra un calo inedito di oltre 200 abitanti dal 2012 al 2021. Il nostro paese non offre nuove possibilità di lavoro e una buona qualità della vita. E le persone, i giovani vanno via e non si trasferiscono più qui da noi.

Il sistema economico locale non è cresciuto, non ci sono stati i nuovi insediamenti che si prospettavano dieci fa, nulla si è concretizzato a partire dalla Gentilini. L'attività del comune per promuovere e sostenere lo sviluppo delle attività economiche sul territorio è stata nulla.

Il fatto che non sono stati intercettati fondi dell'Unione Europea denota l'assoluta mancanza di visione e di progettazione senza le quali andranno perse anche le opportunità che verranno dai fondi Europei del Recovery fund.

C'è bisogno di programmazione, di costruire reti, partnership e convenzioni tra pubblico e privato in grado di convogliare investimenti sul nostro territorio, in grado di attuare interventi a sostegno delle attività produttive, dell'agroalimentare, delle destinazioni turistiche rurali e storico artistiche.

E' un grande impegno che può essere preso da chi a questi temi crede ed ha già operato per uno sviluppo giusto e sostenibile. Con il Virus e le limitazioni abbiamo scoperto che buona parte delle cose che la pubblicità ci offre ossessivamente non erano poi così importanti, questo perché il mercato orienta i nostri consumi ma non ci segnala più i nostri effettivi bisogni: che sono i servizi che si occupano di bambini e di anziani, sono un territorio che crolla dopo ogni pioggia.

Il fallimento che questo modello di sviluppo produce sull'uomo e sulla natura è sotto gli occhi di tutti. Mai come oggi il tema del lavoro è legato ai temi ambientali e mai come oggi lo sono anche le soluzioni.

Mi auguro che dopo le elezioni comunali di ottobre si possa dare impulso al sistema economico, creare occasioni di lavoro, restituire dignità ai lavoratori, alle lavoratrici e alla Festa del 1 maggio.


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