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La Camera, con 314 voti favorevoli, 291 contrari e 2 astenuti ha approvato il 2 marzo 2011 il decreto sul “Federalismo municipale” che andrà a regime nel 2014 ma che prevede delle tappe, nella fase di avvio triennale, a partire già dal 2011 con l’adozione di una serie di decreti legislativi attuativi. (vedi scheda)
Vorrei sgomberare subito il campo sul significato del federalismo in termini assoluti: esso, portato alla nostra attualità politica e sociale ha un senso solo se contemplato in un contesto fondato sulla solidarietà e sulla coesione, sulla sussidiarietà e sulla partecipazione. Autonomia si, ma in una cornice di più ampi valori fondanti che sono la radice della nostra Costituzione repubblicana. Al di fuori da questo contesto il passo dal federalismo al separatismo sarebbe brevissimo.
In realtà nessuno può conoscere quale sarà l’impatto di questa novità fiscale e finanziaria per i Comuni, anche se qualche fondato dubbio sulla sua positiva efficacia c’è.
Mi preme, in questa occasione, non ragionare in termini tecnici sulla cedolare secca, sulla tassa di soggiorno, sulla tassa di scopo o sull’IMU, credo invece che sia opportuno fare delle riflessioni di scenario.
Da sottolineare subito è lo stridente contrasto tra le ottimistiche parole del Governo (in particolare della Lega), che ha fatto del federalismo il suo unico scopo, e la profonda insoddisfazione delle Regioni sul prossimo federalismo regionale (ma questo è un aspetto che in questa riflessione ci interessa marginalmente).
Poi il metodo, che ha portato all’approvazione del Federalismo municipale: qualche giorno fa il testo non è passato in Commissione bicamerale per il federalismo. Conseguentemente il Governo ha posto la “fiducia” (l’ennesima) sul testo discusso alla Camera, blindando così un testo che, per la sua importanza strategica, avrebbe avuto bisogno di una quanto più ampia condivisione tra tutti gli schieramenti politici e mostrando al contempo la debolezza sostanziale di una compagine governativa che sta andando avanti a colpi di fiducia.
Sul merito, occorre essere chiari su un punto: la “responsabilizzazione” dei Comuni nella gestione del denaro pubblico è quanto mai necessaria (oggi a maggior ragione). A fronte della autonomia di spesa vi è il controbilanciamento della autonomia di entrata.
Il principio è “…tanto incasso, quanto spendo”. Detta così è fuori di dubbio la bontà e la coerenza del federalismo municipale.
Tuttavia, siamo sicuri che l’impostazione del provvedimento sul federalismo sia la retta via per lo sviluppo territoriale coerente? O non nasconde forse i germi di una sempre più netta divaricazione tra i Comuni più ricchi e quelli che lo sono meno?
Siamo sicuri che con questo federalismo municipale si renda giustizia ad un illustre federalista risorgimentale come Carlo Cattaneo, eretto ormai a paladino della riforma (suo malgrado), da una forza politica (la Lega) che tutto vuole tranne che un reale federalismo solidale?
Se un Comune dovrà reggersi con forze proprie (tassazione locale) ed in minima parte con i trasferimenti erariali, potrà garantire i servizi che la sua cittadinanza chiede legittimamente? E a quali tariffe? I servizi della mensa scolastica per esempio, o dei trasporti, e più in generale i servizi pubblici locali …avranno tariffe calmierate o necessariamente si sarà costretti a ritoccarle verso l’alto? Se così fosse sicuramente a rimetterci saranno ancora una volta i ceti meno abbienti.
Tre anni solamente per andare a regime (dal 2011 al 2014) è un lasso di tempo eccessivamente breve per poter realizzare con successo questo federalismo municipale, per capirne gli effetti ed apporvi gli eventuali correttivi.
E poi, il gap tra un Comune della Brianza ed un Comune alle pendici dei Nebrodi in Sicilia o, per non andare troppo lontani, nell’entroterra del Lazio o dell’Abruzzo, verrebbe colmato? Ho qualche dubbio. Il Comune ricco sarà ancor di più in grado di offrire servizi d’eccellenza per i propri cittadini, il Comune meno fortunato a stento garantirà il funzionamento degli uffici…
Certamente ora si pagano gli errori (del passato e del presente), di una errata gestione del territorio, di una assenza di una vera politica di sviluppo locale etc. etc., ma questo federalismo affatto solidale ha, a mio avviso, le potenzialità di una bomba ad orologeria.